Crisi politica italiana e contesto storico.

Di Massimo Chiucchiu’

La crisi politica che ha investito il nostro paese rappresenta, non essendo ne’ la prima ne l’ultima possibile del mondo occidentale evoluto e affluente, rappresenta dunque l’utimo sbocco della crisi delle democrazie nate all’ombra del secolo breve e delle due grandi guerre mondiali.In sovrappiu’, alla crisi delle rappresentanze parlamentari europee ed americane, si accompagna la nascita di entita’ superstatali come la Comunita’ Europea che, in un paese
fragile istituzionalmente come l’Italia, fungono da volano per mettere a nudo le contraddizioni in cui si dibatte da sempre l’Italia.Se a tutto questo sommiamo il fenomeno economico paradigmatico chiamato globalizzazione, e’ chiaro che le antiche forme di democrazia appaiano fragili e lente di fronte al tumultuoso corso degli eventi che caratterizza lo scenario economico-sociale mondiale.In Italia, in particolare, il bizantinismo politico ha creato un terreno in cui le rappresentanze parlamentari hanno un forte carattere autoreferenziale, tutto volto al mantenimento dello status quo e al non risolvimento dei problemi sociali creati da loro e dalle scellerate politiche neoliberiste che oggi imperversano come linea comune delle economie di quasi tutti gli attori del teatro globale.
In questa cornice, nel nostro paese, che e’ bene rammentare essere un paese con limitata
autonomia politica dovuta agli scellerati esiti delle due guerre mondiali, si sono sempre
affrontate due tendenze politiche ben divaricate: l’impostazione neoatlantista a matrice
cristiana, ancorata ai valori delle democrazie anglosassoni declinata con i valori protestanti, inclusivi e compassionevoli, e l’altra tendenza legata alla matrice marxista e alla filosofia Continentale, con l’individuo schiacciato nelle prassi dello Stato onnipresente. Dalla coazione di queste imponenti forze ne e’ uscito uno Stato pletorico,iperburocratico,lontano ma oppressivo,inefficente per definizione,creatore di lavoro fasullo volto solo al mantenimento dell’imponente,elefantiaca macchina burocratica, in chiave di consenso elettorale.

La novita’ della crisi odierna e’ che certi ruoli standardizzati in passato, Occidente e Marxismo, burocrazia ed efficentismo, paiono mescolarsi e alle volte scambiare di ruolo, in una maionese impazzita che rende incerti gli elettori, alla costante ricerca della Nobile Figura che li possa condurre fuori dalle sabbie mobili dei tempi odierni. Parole d’ordine semplici ed efficaci,difesa del localismo, chiusura a qualsiasi novita’, fanno emergere personaggi come Trump,Putin Orban e da noi Salvini, che espletano questa esigenza degli spaventati elettori, che in quegli slogan reiterati ad libitum ritrovano quelle radici spazzate via dalla globalizzazione e dal nichilismo.
Beh, non ci voleva uno scienziato per capire che la globalizzazione avrebbe portato alle
odierne conseguenze, quando ad un tavolo si invitano tutti gli astanti, non e’ che i nuovi
arrivati si accontentano delle briciole che cadono dal tavolo. Di controcanto i marxisti come al solito scambiano lucciole per lanterne, giudicando la globalizzazione il trionfo delle masse
popolari con altri mezzi (rispetto alla rivoluzione armata e alla disinformacija).
Contenti loro, arroccati nelle dacie di Capalbio, a discettare di un mondo tutto chiuso nelle
loro teste, non rimane che riflettere sulla figura emergente di Conte Giuseppe, che da
damerino impomatato dai gesti sempre improntati a cortesia e gentilezza, si erge a custode
delle istanze del Clero Cattolico, cercando una mediazione tra populismi, popolarismi ed
elites, con l’avallo delle gerarchie Eclesiastiche piu’ nascoste e che sempre hanno mosso
gli interessi del nostro paese, al di fuori del ruolo di vassallaggio che ci compete per
inclinazione storica.

4 pensieri su “Crisi politica italiana e contesto storico.

  1. Dimitris

    Scusa massimo ma cosa proponi ? Cioè come lo vedi il cambiamento? Che tipo di partito ti piacerebbe votare? Se no non capisco veramente il tuo articolo. Ciao

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  2. admin Autore articolo

    Sono un osservatore del contesto politico-sociale del ns paese, non avendo nell’offerta politica attuale alcun referente possibile. Un tempo ero di sinistra, con inclinazione anarchiche, ritengo che la liberta’ venga anche prima dell’uguaglianza. Oggi il vero problema e’ incanalare la globalizzazione in funzione della conservazione del pianeta, ma la vedo ardua, non voglio pero’ vivere nel paese di Utopia. Proposte non ne ho, gia’ vivere seguendo le proprie inclinazioni mi pare un gran successo.

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  3. Dimitris

    In questo modo farai molte concessioni secondo me. La tua rete ha maglie molto larghe. Abbiamo bisogno di scelte in questo momento. The choices time é arrivato. Ho visto cose molto brutte in grecia negli ultimi 60 anni. I figli dei fiori o i figli del boom economico pancia piena e scarpe fine possono lasciarsi trasportare da questi discorsi con un velo di nostalgia. Ma si matura solo quando tutto crolla. Purtroppo.

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  4. Ma

    Sono in pieno accordo con massimo.
    Siamo su un altro pianeta ormai senza biglietto di ritorno.
    Lo stoicismo é di altre epoche storiche. Più plausibile un sano decadentismo godereccio. Mangiandoci le ultime risorse e buona notte.
    Le cose belle finiscono sempre e Gaia era bella.

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