Fiorira’ l’aspidistra (Keep the aspidistra flying)

Di Roberto Fioroni

E’ un romanzo, in parte autobiografico, di George Orwell, terminato nel 1936, è ambientato nella Londra degli anni ’30. Il protagonista è Gordon Comstock, un trentenne di buona cultura che si professa poeta, proveniente da una famiglia borghese,

prologo libro

mandato a scuola con profondi sacrifici della mamma e della sorella, nella speranza che si elevasse di classe sociale e che trovasse un buon posto, un uomo del ceto medio è costretto a tirare avanti per anni di seguito con un tenore di vita che perfino un operaio a giornata disprezzerebbe”. Gordon si rende conto che il culto del denaro è stato elevato a religione; legge la storia di un falegname affamato che impegna tutto ma non si stacca dalla sua aspidistra “ Fiore d’Inghilterra, dovrebbe essere sul nostro stemma, invece del leone e dell’unicorno. Non scoppieranno rivoluzioni in Inghilterra finchè ci saranno aspidistre alle finestre. L’aspidistra è l’emblema dell’opaca rispettabilità e del conformismo.” ( aggiungerei come il telefonino o l’auto nella nostra epoca ) . Gordon capisce quale è il male di tutta la classe piccolo borghese: non è semplicemente la mancanza di denaro, piuttosto che , “ pur non avendo quattrini, continuano ancora a vivere mentalmente nel mondo dei soldi, quel mondo in cui il denaro è virtù e la povertà è un delitto.” Meglio regnare all’inferno che servire in cielo. Gordon dichiara una guerra personale ai quattrini ma non gli impedisce di essere maledettamente egoista verso chi gli vuole bene, soprattutto la sorella Julia che lo aiuta con grandi sacrifici. Gordon lavora in uffici pubblicitari, “ la cosa interessante della New Albion consisteva nel fatto che era una ditta di spirito così moderno. Non c’era nessuno tra i suoi dipendenti che non si rendesse perfettamente conto di come la pubblicità sia la truffa più sudicia che il capitalismo abbia mai perpetrato… La maggioranza dei dipendenti appartenevano al tipo americanizzato, aggressivo, dei duri, quel tipo per il quale nulla al mondo è sacro, eccetto il denaro. Mettevano in pratica il loro cinico codice morale. Il pubblico è fatto di porci; la pubblicità ( e/o la politica? ) è il rumore che fa il mestolo rimescolando il pastone nel truogolo. … Gordon li studiava discretamente. Egli disprezzava e respingeva la morale del denaro.” Sarebbe riuscito a tagliare la corda… si trovava nel mondo del denaro, ma non ne faceva parte; lui non è il tipo che Fa Bene , per lui la vita d’ufficio è insignificante. Dopo i primi anni abbandona bruscamente il lavoro d’ufficio, se ne va senza nessun motivo. “ Voleva bruciarsi le navi alle spalle” ( un Chris Mc Candless degli anni 30 ) , vivere senza puzzo di denaro, vivere nel tentativo di respingere asceticamente la schiavitù del denaro. Gordon attua un volontario declassamento che lo porta a scendere i gradini della scala sociale e a vivere in condizioni di povertà, estrema, e squallore sempre maggiori. Anche i rapporti con le persone di riferimento della sua vita, la fidanzata Rosemary, la sorella Julia, l’amico Philip Ravelson, si degradano e si spappolano. Comstock vuole precipitare nel fango, vuole sottrarsi alla “ dignità e decoro borghesi” , gli piace pensare alla gente perduta, la gente del sottosuolo, i vagabondi, i mendicanti e le prostitute…Non vuole far parte del sistema, di chi Fa Bene. ( come P. K. Dick, mi considero un visionario tra i ciarlatani, e allora mi viene in mente il dialogo tra Amleto e i suoi falsi amici Rosencratz e Guildenstern nel secondo atto dello Hamlet shakespeariano, Amleto dice che la Danimarca è una galera, Rosencratz risponde che Allora lo è tutto il mondo, e Amleto replica che Certo, una gran bella galera con tante celle e bracci e segrete. E la Danimarca è una delle peggiori. O forse dovremmo reagire come fece Salvador Dalì, il cui anagramma è Avida Dollars, che tenne a Londra una conferenza con uno scafandro da palombaro? P. K. Dick dice che c’è una rovinosa entropia, tutto si sarebbe fuso e avrebbe perso individualità, sarebbe diventato identico a ogni altra cosa, un mero pasticcio di Palta …) “ Nessun uomo ricco riesce mai a camuffarsi da povero, perché il denaro, come il delitto, prima o poi salta fuori” l’amico Ravelston è il redattore di “Anticristo” , un mensile piuttosto intellettualistico, socialista in un suo modo violento ma vago; in generale, dava l’impressione di essere diretto da un ardente nonconformista che avesse trasferito il suo giuramento di obbedienza da Dio a Marx ( Marx, a proposito delle rivoluzioni borghesi che hanno distrutto i valori del mondo antico, dirà che tutto ciò che è solido si dissolve nell’aria ) e così facendo si fosse impelagato con una banda di poeti paroliberi, o parolieri. Ravelston è un intellettuale dell’alta borghesia aderente al marxismo, anche se si vergognava non era capace di tirare avanti senza la sua cospicua rendita di 800 sterline all’anno, secondo lui il minimo per campare, più di venti volte lo stipendio di Comstock. Inoltre “nutriva l’ingenua fiducia che entro breve tempo il socialismo avrebbe messo a posto ogni cosa. Il capitalismo era un fenomeno temporaneo che era nella sua ultima fase.” L’amico Ravelston rimaneva spesso imbarazzato ma non prendeva mai una posizione netta. Gordon sapeva benissimo che i contatti con i ricchi, come le gite in alta montagna, devono essere sempre brevi. Ravelston e Rosemary avrebbero volentieri aiutato finanziariamente Gordon ma lui non ne voleva sapere, rispondeva: “ Ho dichiarato guerra al denaro e devo stare alle regole del giuoco; la prima regola è di non accettare la carità, la carità uccide l’amicizia. Il cupo spleen di Orwell è rischiarato solo dal grande e incondizionato amore di Rosemary, lei che pensava a se stessa come una ragazzina e così la percepivano tutti gli altri, adorava Gordon e non si vergognava mai di dirgli quello che pensava; lei non diceva mai “ Gordon ha ragione in teoria “, era convinta che un buon posto di lavoro non si rifiuta mai però accettava la sua caparbia ricerca di povertà. Insisteva col suo tipico furore femminile, la sua pazienza e la sua costanza da donna, ma lo amava, sempre ( Le donne, come dice Andreoli, vivono di più, vivono più intensamente, e se lo meritano ) . Ma Gordon vuole scendere sempre più nel fango, nella palta di Dick, vive in un posto che è quasi uno slum, fa un lavoro da fallito all’estremo, un lavoro senza luce, senza via d’uscita, senza possibilità di riscatto. “ Ha solo il desiderio di sottrarsi ad ogni sforzo, a ogni decoro, di affondare, sprofondare nel fango. Non era solo dal denaro ch’egli si ritraeva ormai, ma dalla vita stessa.

disegno Roberto Fioroni

Quando ormai sembra tutto perduto, anche l’amore di Rosemary e l’amicizia con Ravelston, accade che Rosemary gli dice di essere incinta, ma non ha nessuna intenzione di legarlo con un matrimonio riparatore non voluto, al limite preferisce farsi macellare con un aborto. Gordon deve scegliere tra due possibilità, rifiuta senza esitazioni la possibilità di un aborto clandestino e decide di diventare un “ “uomo rispettabile” e di assumersi le responsabilità che aveva sempre scansato, bollandole come scelte di ordinario conformismo. Si rende conto che la sua scelta non è dovuta a Rosemary e al bambino, che sono comunque la ovvia causa e l’elemento di decantazione; alla fine Gordon non manca di vitalità e la squattrinata esistenza a cui si era condannato lo aveva spietatamente gettato fuori dalla corrente della vita. Decide di tornare a fare il pubblicista, tanto era un poeta e quello sapeva fare, scriverà le frasi dei cartelli pubblicitari che prima aveva sempre odiato. Capisce che “ la nostra civiltà è fondata sull’avidità e la paura, ma nelle vite della gentarella comune, avidità e paura sono misteriosamente tramutate in qualcosa di più nobile.” Quei piccoli borghesi là, dietro le loro tendine ricamate, coi loro figli, i loro mobili dozzinali e le loro aspidistre, essi vivevano secondo il codice del denaro, senza dubbio, e riuscivano ciò nonostante a conservare la loro dignità. Avevano le loro norme, i loro inviolabili punti d’onore. Si mantenevano rispettabili: facevano garrire le loro aspidistre, come bandiere. E poi erano vivi . Erano avvolti nell’involto della vita. Generavano figli, cosa che i santi e i salvatori di anime non hanno mai avuto il modo di fare. Le ultime tre parole del libro sono il pensiero di Gordon: “ Vicisti, o Aspidistra! “ Vince l’aspidistra, vince il sistema fondato sul denaro, ma resta la dignità dell’uomo e la sua difesa della famiglia, e le donne sono le vere eroine del romanzo, l’unica vera luce nel cupo, malinconico spleen, così realisticamente tracciato da Orwell; è la solita faccenda del dito e la luna, il problema non è il denaro ma l’uomo

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