ERMANNO CAVALLINI: Capitalismo a doppia valvola di sicurezza
porre rimedio ai guasti economici e sociali del capitalismo. Lo fa individuando una
sorta di “minimo intervento correttivo” capace di contenere, senza mortificarle, le
dinamiche economiche tipiche del capitalismo all’interno di limiti che salvaguardino
lo sviluppo ed il benessere di tutta la collettività. Peraltro in stretta aderenza con
l’art. 53 della costituzione italiana, tanto bella quanto scarsamente attuata.
La soluzione proposta è talmente semplice da apparire disarmante, ma il percorso
logico che porta alla elaborazione di questa soluzione mi è sembrato tutt’altro che
semplicistico, ma anzi il risultato di una ricerca e di una riflessione quantomeno
“seri”.
Al di là della reale possibilità di “attivare” un tale sistema attraverso una estesa e
condivisa presa di coscienza, come auspicato dall’autore, il libro ha secondo me il
merito di riuscire in poche pagine a dare un quadro di riferimento della portata delle
problematiche collegate all’economia.
Un libro che chiede poco tempo e regala parecchi spunti di riflessione ed
Attivita’ gruppo lettura 2010-2016
Il Cesta (Centro studi tradizione ed ambiente) ha avviato a Perugia, dal marzo 2010, con la collaborazione del Cris (Centro di ricerche sociali), un gruppo di lettura sul tema generale “Il potere e la libertà”. Considerata la recente scomparsa di Colin Ward, 84enne urbanista e pedagogo libertario inglese, il gruppo ha preso le mosse con la lettura di brani da alcuni dei suoi libri. Siamo partiti a marzo del 2010 con un idea generale di interessarci a scrittori poco conosciuti e spesso tenuti da parte perchè fuori dalla correnti di pensiero dominanti. Lo sforzo era di recuperare una visione libertaria della vita, della politica, della realtà. Chi aveva da proporre portava i materiali agli incontri. Non c ‘erano serate rigidamente costruite ma tutto è rimasto sempre molto libero. Non si sapeva mai bene dove si andava a parare nella discussione delle letture.
Credo che sia stata proprio questa massima elasticità a rendere così duraturo il Gruppo, in tempi in cui se una cosa dura più di 6 mesi è un miracolo.
Il Gruppo di Lettura GL ha rappresentato in questi 8 anni un momento di incontro fra persone spesso sconosciute fra loro. Per esempio: Mario Roberto F. Angelo Fausto Natale Francesca B. Dante Roberto M. si sono conosciuti lì, così come Paola Maria Pia Massimo Francesca G. Sandro Francesco Donatella Winfried Edo e tanti altri che sono passati in questi anni. Dalla conoscenza reciproca sono nate iniziative varie e spesso molto interessanti come le giornate capitiniane con l’ associazione Alia, l’orto sinergico a San Biagio ed addirittura una unione di studio fra Mario e Natale che li ha portati, ormai cinquantenni, ad iscriversi all’ università e costellare questa decisione con una laurea in scienze agrarie l anno scorso.
Il gruppo di lettura è stato anche questo, oltre alla conoscenza di tanti autori ed argomenti di rilievo anche se appartati.
Come in tutte le cose umane ci sono anche momenti di grande tristezza come quello della scomparsa improvvisa di Angelo, il nostro riferimento per quanto riguardava l’ambito scolastico e la nostra ricchezza per l’ approccio all’educazione democratica.
In alcune fasi politiche del nostro paese siamo stati presenti con approfondimenti e discussioni. Voglio ricordare qui solo l’ entrata dei 5 stelle nella loro prima campagna elettorale, che spaccò in due il gruppo, e il referendum sulla Costituzione che invece ci vide compatti per il No con una serie di approfondimenti su testi appositi.
Di partecipanti ce ne sono stati in questi anni una cinquantina, anche se il numero medio per ogni incontro va dagli otto ai quindici. Dimensioni queste che permettono molto meglio il dialogo, rispetto a gruppi più numerosi.
Abbiamo cambiato per tre volte sedi, con la prerogativa di rimanere sempre nel centro storico. Attualmente siamo ospitati dalla biblioteca Aldo Capitini in S. Matteo degli Armeni (Perugia).
Modalità:
Il gruppo fin dalla costituzione non si è voluto dare un programma rigido di letture da seguire ma ha scelto periodicamente secondo le esigenze i filoni di approfondimento.
Si è partiti con la tematica “Libertà e potere” cercando approcci e interpretazioni in quella cosiddetta “Altra tradizione” della sinistra più rispettosa delle istanze di libertà. Punto di riferimento è stato il mensile “Una città” di Forlì che da anni cura la documentazione e la discussione sul tema della sinistra libertaria e di critica al marxismo.
Abbiamo tratto diversi spunti in tal senso dai testi di Colin Ward, urbanista libertario inglese deceduto ad 83 anni proprio il mese prima che il nostro gruppo si costituisse. Ma anche da Illich, Capitini, Goodman, Camus, Berti. Altro argomento successivamente trattato fu quello della scuola, con particolare riguardo alle forme di insegnamento democratico. Si partì dalla lettura di alcuni capitoli di “Compagno maestro” di Schmid, per arrivare alle esperienze europee di pedagogia democratica passando per Lev Tolstoj e la sua scuola di Jasnaja Poljana. Sul tema “La città” si è letto e discusso per circa tre mesi da Toesca, Illich, Ward. Una serata l’abbiamo dedicata alla lettura di Herzen sul risorgimento italiano. In vista del referendum sull’acqua in alcuni incontri si è letto e discusso da Shiva, Ward, Orsenna.
Per la presentazione della riedizione Laterza di Religione aperta di Capitini si sono letti brani
dell’autore sotto la guida del prof. Mario Martini.
Sempre sull’autore viene presentata una ricerca fatta da una componente del gruppo sulla presenza di Capitini all’università di Cagliari. Si leggono contributi da Altieri e Fofi (Vocazione minoritaria) riguardo la prossimità di Capitini con il pensiero antiautoritario, riscontrata anche nella sua collaborazione con la rivista anarchica Volontà e l’impegno con Ferdinando Tartaglia.
Nel quarto anno abbiamo lavorato sulla riscoperta di autori importanti ma stranamente accantonati dalla cultura ufficiale come Francesco Saverio Merlino (il suo bellissimo “Socialismo senza Marx”) e Ivan Illich.
Da dicembre 2013 sono iniziati gli incontri settimanali di lettura di Nemesi medica di Ivan Illich, e degli scritti di Nicola Chiaromonte.
Nel marzo del 2016, in concomitanza dell’inaugurazione del Giardino dei giusti alla San Matteo degli Armeni, ci si è incontrati per leggere e parlare del romanzo storico “I quaranta giorni del Mussah Dagh” di Franz Werfel, riguardante il genocidio di circa un milione e mezzo di armeni da parte dei turchi nel 1915. E’ stato proposto di dare una continuità alla conoscenza di questo triste capitolo della storia umana con incontri periodici su questo “olocausto sconosciuto
Filmati:
-Documentario Rai su Aldo Capitini e la marcia Perugia Assisi
-Film documento Unesco sui pesticidi negli alimenti: “I nostri figli ci accuseranno”,
Feltrinelli Iniziative:
-Collaborazione con associazione Alia per la giornata con le scuole su Capitini e la nonviolenza, a Valfabbrica.
-Presentazione di materiali sugli “Orti sinergici” e messa in pratica sui terreni di alcuni soci.
Presentazione di esperienze sul campo in territorio kurdo.
MARZO 2010-MARZO 2016 | ||||||
I brani letti in questi anni sono tratti da: Ivan Illich, La convivialità Boroli ed., Nemesi medica, red ed. |
Sinistra libertaria, questa sconosciuta.
Di Fernando Giannini
E’ lecito chiedersi quanto il tracollo della sinistra, a cui stiamo assistendo ormai da tempo, sia legato a personaggi discutibili o effimeri che l’ hanno guidata o piuttosto non abbia una radice molto più profonda, che ci riporta ad una storia antica da riconsiderare.
Si è fin troppo sottovalutata nei paesi occidentali la matrice autoritaria che essa ha avuto, sottovalutazione legata ad una diluizione dei principi del marxismo in un “bagno” democratico proprio dei paesi europei del dopoguerra.
Lo stesso Marx definiva il suo socialismo “autoritario”, data la propria tendenza a privilegiare i risultati nel campo della giustizia sociale a tutti i costi, anche senza il rispetto delle libertà civili. Queste ultime potevano, secondo il nostro, essere temporaneamente messe da parte per ottenere gli altri obiettivi. Sul “temporanemente” sappiamo la storia come è poi andata, nei paesi del socialismo reale.
E’ il concetto del fine che giustifica i mezzi, che la dottrina marxista ha fatto proprio all’interno di un pragmatismo d’azione, che ha permesso l’abolizione dei più basilari diritti umani in quei paesi.
E’ questo uno degli aspetti su cui si fonda l’enorme differenza fra la sinistra autoritaria (marxista) e la sinistra libertaria. Albert Camus, molto vicino agli ambienti anarchici parigini nonchè collaboratore di riviste d’area, aveva trovato il modo di esprimere la contraddizione di fondo dell’autoritarismo marxista: come può un uomo dire di essere trattato con giustizia (quindi sociale, economica) se allo stesso tempo egli è trattato da schiavo, senza alcuna delle libertà fondanti una società giusta.
La storia a quel bivio prese a destra invece che a sinistra, considerando che il socialismo premarxista aveva sempre avuto nel suo dna il rispetto delle libertà. L’ immagine che si dava quest’ultimo era quella di un binario che aveva da una parte l’affermazione della giustizia sociale e dall’altra sempre il rispetto delle libertà civili.
Con Marx la storia purtroppo prese a destra, se consideriamo che quello che ha sempre unito proprio le destre è stato l’autoritarismo. Potremmo dire che la dottrina marxista mise la cappa a tutto il pensiero di sinistra del tempo, rimanendone fuori solo i movimenti antiautoritari che si raccoglievano in linea di massima all’interno della tradizione anarchica, tutt’altro che omogenea.
La ragione forse più plausibile di questo successo del marxismo nei secoli è quella di fornire una visione organica, molto discutibile, ma che si presentava con un certo fascino. Marx sociologo nella prima parte de Il Capitale guadagnava molti consensi nei lettori. Emozionava e commuoveva leggere le condizioni di lavoro a cui erano sottoposti gli operai, compresi donne e bambini. E questa parte di analisi sociale insieme ai meccanismi economici che stavano alla base della società del tempo veniva riconosciuta nel suo valore anche dallo stesso Bakunin che del Marx era acerrimo avversario politico.
Lo scontro dei due era invece sul fronte dell’autoritarismo, il russo prevedendo il pericolo di una società senza libertà in cui un esercito di burocrati avrebbe “tritato” quel popolo che doveva invece riabilitarsi.
La storia gli ha dato ragione. I paesi occidentali che vivevano questa contraddizione hanno pensato bene di nascondere la stessa. Fecero eccezione un ramo cospicuo dei laburisti nord europei che ebbero il coraggio di criticare costruttivamente Marx e le sue dottrine.
Dobbiamo invece ricordare il comportamento di Togliatti, braccio destro di Stalin proprio in quegli anni ’30, quando Stalin macellava letteralmente il suo stesso popolo, compresi i capi della rivoluzione d’ottobre. Togliatti quel massacro preferì nasconderlo alla sua base, non accettando mai l’iniziativa di Chruscev di far luce su quello sterminio del popolo russo.
Come veniva fatto presente a Marx dall’ala antiautoritaria del suo tempo, quello che doveva avvenire accadde. La storia si ripete in Cina, nei paesi dell’est europa, nel sud est asiatico, in qualche isola caraibica molto amata.. La Corea del nord ha fatto un percorso analogo, anch’essa guidata da un capo affetto dalla sindrome di Hubris. Le stime al ribasso parlano di circa 110 milioni di morti a seguito della presa del potere da parte dei comunisti di matrice marxista.
Gli unici casi della storia dove l’antiautoritarismo (nella forma del comunismo anarchico) semprechè rivoluzionario poteva dimostrare la differenza, tali casi furono soppressi per mano dei comunisti di matrice marxista.
Il primo esempio, e di storia ormai riconosciuta si tratta e non di propaganda, fu quello di Kronstadt, poi quello dell’Ucraina di Mackno, e da ultimo il caso della Catalogna durante la querra di Spagna.
In questi casi il socialismo libertario e l’anarchismo fondavano la propria realizzazione, senza se e senza ma, sulla condivisione, sulla autogestione e sul rispetto delle libertà del singolo individuo, fermo restando gli aspetti dell’egualitarismo e giustizia sociale.
La soppressione di queste esperienze di libertà, quanto meno di tentativi di ridisegnare una società giusta e libera, avvenne per mano dei comunisti di matrice marxista.
Anche la Catalogna insegna come ciò che minò alla base quell’esperienza durante la rivoluzione spagnola fu la guerra aperta che i comunisti fecero ai libertari, dove persero la vita anche fior di intelletuali, fra cui l’italiano Camillo Berneri.
Ai nostri ben più miseri giorni, per lo meno dal punto di vista delle idee, rimangono i tristi relitti di una sinistra che nella storia tale non è mai stata, e che per la sua incapacità di rivedere con coraggio, quando ancora si era in tempo, la sua radice malata oggi paga il suo completo disseccamento.
Conforta vedere come nel mondo giovanile ci sia stata una certa riscoperta della sinistra libertaria. E’ utile dare sostanza a queste simpatie, perchè non rimangano fatue. Partendo dalla lettura di alcuni “classici” .
Nel gruppo di lettura GL quattro anni fa riproponemmo la lettura di un testo, poco conosciuto ai più, ma denso e ricco di spunti in tal senso: “Socialismo senza Marx” di Francesco Saverio Merlino.
Avevamo già letto di Ward, Camus, Kropotkin, Nicola Chiaromonte e Andrea Caffi. Lo stesso Capitini rientra in questa antica tradizione considerando anche la sua collaborazione con la rivista Volonta’. Leggemmo stralci da “Il potere di tutti”.
Disclaimer
Il blog Sentierieparole ha come sua finalita’ essenziale la riscoperta culturale di autori poco conosciuti in vari ambiti: letteratura, politica, urbanistica,, filosofia, pedagogia.
Questo sguardo, presente gia’ dal 2010 negli incontri pubblici del gruppo di lettura GL, trovera’ uno spazio interattivo di approfondimento all’interno del blog, in un mutuo e reciproco scambio di idee, contenuti, autori. Le tendenze argomentative del blog si possono ricavare dalle letture tenute dal 2010 al 2017.
Sentierieparole non e’ un concetto qualsiasi. La scelta del nome e’ infatti collegata oltreche’ a percorsi,diciamo “intellettuali” , anche a quell’ andare per le strade, ed appunto, sentieri dell’ Umbria, che tanta parte ha avuto nelle riflessioni e relazioni del gruppo di intellettuali che facevano riferimento a quel gigante del pensiero filosofico e politico che era il perugino Aldo Capitini.
Il materiale che esula dalla linea editoriale che ci si e’ data, sulla base di quanto si e’ sopra detto, dovra’ essere valutato collegialmente per un eventuale pubbicazione.
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