Il limite critico in illich

Di Massimo Chiucchiu’

Un altro approccio in cui il concetto di limite assume forte rilevanza,
con ricadute nel sociale di piu’ ampia portata rispetto a quello indagato nell’opera
di Nicola Chiaromonte, si riscontra nel pensiero del cristiano-anarchico Ivan illich.
Nella sua principale e conosciuta opera, La convivialita’, egli cerca di individuare
e dimostrare il limite critico oltre il quale non si ha piu’ equilibrio all’interno della
triade uomo-strumento-societa’; disequilibrio alla base della schiavitu’ umana nei
confronti della macchina, della societa’ tecnologica e del profitto.
L’uomo diviene accessorio rispetto ai meccanismi che ha messo in moto, un semplice
ingranaggio burocratico. Profetiche le parole di Illich:- “Se vogliamo poter
dire qualcosa sul mondo futuro,disegnare i contorni di una societa’ a venire che non
sia iper-industriale, dobbiamo riconoscere l’esistenza di scale e limiti naturali.
Esistono delle soglie che non si possono superare. Infatti,superato il limite, lo
strumento da servitore diventa despota. Oltrepassata la soglia, la societa’ diventa
scuola, prigione, ospedale e comincia la Grande Reclusione.-
Per evitare la grande reclusione, Illich individua la soglia da non superare nel
concetto di convivialita’.

Una societa’ sana e’ quella in cui gli strumenti siano utilizzabili dalle persone integrate
in collettivita’, e non gerarchicamente nella disponibilita’ di un gruppo di specialisti.
L’uomo a cui tende Illich non vive solo di beni e servizi, impostigli dall’alto come bisogni,
per lo piu’ fittizi, ma e’ un uomo che puo’ liberamente modellare e conformare al proprio
gusto gli oggetti che gli stanno attorno, di servirsene con gli altri e per gli altri.
Ed ancora:-“Ognuno di noi si definisce nel rapporto con gli altri e con l’ambiente e per
la struttura di fondo degli strumenti che utilizza. Questi strumenti si possono ordinare
in una serie continua avente ad un estremo lo strumento dominante e all’estremo
opposto lo strumento conviviale: il passaggio dalla produttivita’ alla convivialita’ e’
il passaggio dalla ripetizione della carenza alla spontaneita’ del dono-
Ad un valore di pura tecnica si sostituisce un valore etico. Con la convivialita’ si
attua l’equilibrio tra liberta’ individuale realizzata in una societa’ di strumenti efficaci.
Si procede cosi’ per il circolo virtuoso di un’ umanizzazione dell’economia di mercato che
favorisce la realizzazione dell’individuo senza creare scarsita’ ne’ bisogni imposti o fittizi.
Il terreno in cui viene coltivata la convivialita’ e’ quello dell’amicizia, della capacita’ di
confrontarsi con l’altro, in uno spazio lasciato aperto all’immediatezza, all’intimita’,
alla liberta’ dell’incontro. Per questo illich insiste sul carattere non conviviale di
istituzioni come le scuole, le carceri, gli ospedali, apparati statali volti a separare
con tecnicismi vari il “me” dal “te”.

Particolarmente efficace appare nel’autore l’analisi della secolarizzazione della societa’ occidentale, avvenuta in eta’ moderna, non in funzione di qualche perduta sacralita’, come avviene per esempio in Nietzche, ma come puntuale analisi sociologica di una compiuta trasformazione dall’uomo comune all’uomo bisognoso, intesi come categorie antropologiche.
Oggi la stragrande parte dell’umanita’ accetta senza condizioni la propria dipendenza da
beni e servizi, dipendenza chiamata bisogno, dipendenza soddisfatta da macroorganismi
che nessun rapporto hanno con l’umano, con la sua sfera emotiva.
illch osserva, nel libro Elogio della cospirazione, che le basi della moderna
civilta’ occidentale, piu’ precisamente l’idea di pace e comunita’, come essenza della
convivenza civile delle prime citta’ europee, é mediato dal cattolicissimo concetto
di Conspiratio, respiro condiviso, il bacio sulla bocca della solenne liturgia
ecclesiastica, in cui i partecipanti al culto condividevano il loro respiro nella comunione.
Con Conspiratio si pone in evidenza l’espressione somatica forte, chiara, non
equivoca, che designa il processo non gerarchico di creazione di uno spirito di
fraternita’ e condivisione.
Questo e’ il tratto autentico dello spirito europeo pretecnologico e prescientifico,
mai sorto nel mondo prima di allora.
La Conspiratio, per Illich, precede la Conjuratio, il giuramento solenne davanti a Dio,
alla base del contratto sociale delle libere citta’ medioevali.Se, come detto, il cattolicesimo e’ stato la mappa da cui ha preso abbrivio la modernita’,
e, con essa, l’organizzazione statuale, le scienze, , ed in ultima analisi
il dominio tecnorazionale, parte dei guasti sociali ed ecologici di cui
oggi diamo testimonianza, sono sottilmente evidenziati da illich, e fatti originare in una
sottesa involuzione del mandato evangelico:”Come fenomeno della storia della Chiesa,
come parte dell’Ecclesiologia corrotta – corruptio ottimi qui est pessima-”
(La cospirazione cristiana nella tirannia della scienza e della tecnica-Angeli ed 2016).
illich qui trova conforto nell’antico pensiero di Gregorio Magno, “non c’é niente di peggio
della corruzione del meglio”, fulmineo paradosso che spiega senza ambiguita’ la caduta
inconsapevole, per troppo “ardore”, della chiesa rispetto al regolare la carita’, garantire
la speranza e assicurare la salvezza. Il Regno di Dio sulla terra.
Qui il pensiero di illich aderisce completamente a quello di Chiaromonte:” L’idea di
accordare i due regni, l’uomo e il mondo, e’ l’errore degli errori…..(N. Chiaromonte-
Taccuini).
Dunque, per illich la Chiesa e’ responsabile della corruzione, ma non colpevole: non e’
la malafede a caratterizzare il suo mandato dal Medioevo ad oggi, ma una miope
inconsapevolezza delle conseguenze del suo operato.
La presa in carico comunitaria dei senza tetto, delle vedove, dei poveri
degli stranieri, e’ un idea che non appare in altre culture, come invece e’ stato fatto
dalla Chiesa Cattolica gia’ da molti secoli.
La Carita’, che Gesu’ dimostra nella parabola del buon Samaritano essere un atto
personale di libera scelta, viene istituzionalizzata in un mandato evangelico che ci
porta al concetto di servizio, e la nostra societa’ e’, oggi, essenzialmente una
societa’ di servizi. La stessa teologia si adatta al concetto di scopo.Da qui la
progressiva virtualizzazione dei rapporti umani mediati da organizzazioni sempre
piu’ lontane e coercitive. L’antica domanda fatta a Gesu’; “Chi e’ l’altro?
L’altro e’ chi vuoi tu,,” diventa per la Chiesa : “Cosa devo fare per l’altro?“, diventando manifesto della chiesa militante.

In questo, che pare essere una innocente conversione che “razionalizza” esigenze
ed istanze di popolazioni e rapporti sociali e statuali sempre piu’ complessi, in questo,
dicevamo, si annida il primo germe di una delega che gli uomini hanno concesso
alle istituzioni ed alle organizzazioni, che hanno sempre piu’ voracemente occupato
spazi che dapprima erano prerogativa del fecondo rapporto di amicizia e fratellanza
dei consimili. Le strutture cosi’ formatesi hanno cominciato a vivere di vita propria,
ognuna con le proprie esigenze di sopravvivenza e di rappresentanza, lasciando
in un angolo i motivi per cui erano state create. Le parti sono ribaltate, l’uomo
chiede perche’ ha bisogno, non e’ piu’ pernio della sua vita.
Se pensate che il pensiero di illich sia pura utopia, giungera’ il tempo in cui le sue
parole assumeranno ben altro spessore rispetto alle certezze dell’attuale
razionalismo storicistico; mi auguro solo che non sia troppo tardi.

 

27 pensieri su “Il limite critico in illich

  1. fernando

    Consigli non se ne danno. Ti racconto la nostra esperienza.
    Siamo partiti a marzo del 2010 con un idea generale di interessarci a scrittori poco conosciuti e spesso tenuti da parte perchè fuori dalla correnti di pensiero dominanti. Lo sforzo era di recuperare una visione libertaria della vita, della politica, della realtà. Chi aveva da proporre portava i materiali agli incontri. Non c ‘erano serate rigidamente costrruite ma tutto è rimasto sempre molto libero. Non si sapeva mai bene dove si andava a parare nella discussione delle letture.
    Credo che sia stata proprio questa massima elasticità a rendere così duraturo il Gruppo, in tempi in cui se una cosa dura più di 6 mesi è un miracolo.
    Il Gruppo di Lettura GL ha rappresentato in questi 8 anni un momento di incontro fra persone spesso sconosciute fra loro. Chessò: Mario Roberto F. Angelo Fausto Natale Francesca B. Dante Roberto M. si sono conosciuti lì, così come Paola Maria Pia Massimo Francesca G. Sandro Francesco Donatella Winfried Edo e tanti altri che sono passati in questi anni. Dalla conoscenza reciproca sono nate iniziative varie e spesso molto interessanti come le giornate capitiniane con l’ associazione Alia, l’orto sinergico a San Biagio ed addirittura una unione di studio fra Mario e Natale che li ha portati, ormai cinquantenni, ad iscriversi all’ università e costellare questa decisione con una laurea in scienze agrarie l anno scorso.
    Il gruppo di lettura è stato anche questo, oltre alla conoscenza di tanti autori ed argomenti di rilievo anche se appartati.
    Come in tutte le cose umane ci sono anche momenti di grande tristezza come quello della scomparsa improvvisa di Angelo, il nostro riferimento per quanto riguardava l’ambito scolastico e la nostra ricchezza per l’ approccio all’educazione democratica.
    In alcune fasi politiche del nostro paese siamo stati presenti con approfondimenti e discussioni. Voglio ricordare qui solo l’ entrata dei 5 stelle nella loro prima campagna elettorale, che spaccò in due il gruppo, e il referendum sulla Costituzione che invece ci vide compatti per il No con una serie di approfondimenti su testi appositi.
    Di partecipanti ce ne sono stati in questi anni una cinquantina, anche se il numero medio per ogni incontro va dagli otto ai quindici. Dimensioni queste che permettono molto meglio il dialogo, rispetto a gruppi più numerosi.
    Abbiamo cambiato per tre volte sedi, con la prerogativa di rimanere sempre nel centro storico. Attualmente siamo ospitati dalla biblioteca Aldo Capitini in S. Matteo degli Armeni (Perugia).
    Probabilmente ho dimenticato delle cose ma più o meno questo è quanto. Saluti e in bocca al lupo. Facci sapere. Fernando

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  2. Mario

    Grazie. È una bellissima storia. Perché non sono con voi a perugia? Vivo a milano e qui è un disastro. Pensano solo ai dane’. Ci vorrebbe un gruppo lettura con il profumo dei soldi. Allora verrebbero di sicuro. Vi farò sapere se ci riesco. Ciao mario

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  3. mara

    Sto anch’io a Milano e condivido quello che dici. Un gruppo di lettura riuscirebbe così bene solo se organizzassimo all’interno degli eventi per esempio con case editrici. Insomma che ci sia la possibilità di un lucro da parte di qualcuno che poi fornisce degli stanziamenti affinchè il gruppo “appaia” chissacchè agli occhi della gente che potrebbe essere attratta e parteciparvi.
    Un gruppo come quello perugino, molto capitiniano se ho compreso bene Capitini, cioè all insegna della semplicità e dei contenuti, basato solo sulla passione per certi argomenti e con un senso pacato della finitezza delle cose, cioè senza prendersi troppo sul serio, un gruppo così a Milano è dura farlo. Ci provai in passato con qualcosa del genere ma siamo stati al massimo 4 persone. Al terzo incontro eravamo depressi. Il quarto non ci fu mai. In questa città tutto ruota attorno ai danè. Le cose tornano normali solo nelle trattorie di quart’ordine dove è ancora possibile trovare qualche persona normale, cioè anormale per questi tempi. Caro Mario non voglio deprimerti. Spero che tu ce la farai. Un saluto a tutti Mara.
    P.

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  4. fernando

    mah.. il numero non conta. Ci siamo trovati qualche volta ad essere in pochi ed è stato molto bello. Siamo troppo abituati ai Kolossal mentre dovremmo dubitare sempre dei numeri ed ancor di più delle folle. Ricordo una serata in cui eravamo così, in pochi. Due dei partecipanti erano quanto di più opposto ci poteva essere, Gianni di stretta fede marxista, ereditata dal padre vecchio comunista ed Antonio, anarchico anch’egli figlio di un vecchio anarchico campano, cresciuto fin da bambino in quell’ideale, anche con la frequentazione della colonia estiva anarchica di Sorrento. Quei pochi che ebbero la fortuna di assistere all’incontro credo ne serbino un ricordo forte. Anche per la chiarezza con cui emerse la differenza fra le due dottrine. Si potrebbe dire che se si è solo in due si è una coppia di lettura, se in tre un trio e in quattro un quartetto. Dov’è il problema? E dove mettiamo la lettura solitaria? forse la forma più intima di conoscere un libro, di entrare nelle sue pieghe nascoste. Mi dispiace per il tuo esperimento, Mara. Bisognava solo continuare con il gusto di farlo. Potremmo dire che è proprio il gusto il risultato?

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  5. mara

    Saranno le proporzioni. In una grande città ti aspetti che le cose siano un pò più grandi. Mi fa pensare quello che dici sul puntare al gusto di fare, più che a qualcosa di utile o evidente. E’ come far passare quello che ti succede nell’individualità , nel filtro dell’individualità. Delle singole individualità. Che se poi si sposano, si uniscono o si amalgamano ben venga. Grazie Mara.
    PS anche partecipare a questo blog ha il suo gusto..

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  6. Marco

    Illich è poco conosciuto. Ho partecipato nel 1999 ad un suo incontro. Da allora è diventata la mia guida. Condivido tutto quello che dici caro massimo. Hai saputo capire alcuni dei nessi piu fondanti il suo pensiero che lo unificano al mondo degli intellettuali eretici. La sua analisi è sempre frutto di torsioni razionali che gli permettono di valutare da angoli sconosciuti ai più. Mi hai fatto conoscere chiaromonte e te ne sono grato. Sto leggendo silenzio e parole che ho trovato qui in biblioteca. Notevole. Grazie per il compito che svolgete. Marco , milano.

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  7. massimo

    Grazie per le belle parole Marco, illich e’ cosi’ vasto nel suo pensiero che ho voluto rischiarare il suo “limite” concettuale, che e’ inciso profondamente nell’umano, nella convivialita’, nel rapporto vis-a-vis,atteggiamenti cosi’ desueti nel mondo attuale da apparire anacronistici. Negli incontri del gruppo di lettura i suoi insegnamenti sono punto di riferimento imprescindibile al nostro “modus cogitandi”,
    anche il luogo dove ci incontriamo, la biblioteca S. Matteo degli Armeni, con il suo giardino dei Giusti,offre quella pace e quell’energia positiva che rendono fecondi i nostri settimanali incontri.

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  8. Max

    Si ma illich è stato considerato malamente quando esisteva la sinistra perche senza visione progressiva in quanto proponeva modelli sociali di un passato arcaico. Desclorizzare e demedicalizzare per es. Mac

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  9. Marco

    Mbeh.. lasciamo perdere le magnifiche sorti progressive…illich va al cuore dei problemi. Quanda affronta una questione ne scopre la radice più profonda. Mi dispiace sentire ciò. È come se dicessimo che leopardi era solo un povero sfigato.

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  10. Giovanni leo

    Illich pensava che deistituzionalizzando la società i suoi cittadini ne trarrebbero giovamento in quanto l organizzazione statale del vivere sottrae energie creatività soluzioni originali ed efficaci proprio ad essi creando un moloch pesante e rigido. Saluti

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  11. Sara jane

    Illich molto conosciuto in england. I miei genitori lo leggevano . Molte discussioni c erano dopo. Ricordo ma ero bambina. È molto originale ma anche molto practical. Non so come dire. Poi il testo contro la scuola really insuperabile. Ciao a tutti reading people

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  12. massimo

    Hai ragione Max, illich e’ cosi’ lontano dal pensiero dominante, specialmente europeo, da apparire utopico. Per comprenderne le” torsioni razionali” bisogna ricordarne le coordinate spurie da cui muoveva la critica sociale: prete spretato, inviso alle gerarchie ecclesiastiche,ma non fuoriuscito dalla chiesa, soprattutto da quella dei padri fondatori. Cosi’ anche icona decaduta del movimento
    noglobal, quando ci si e’ resi conto di essere davanti un prete delle origini. Da questo deserto muoveva i suoi fili logici che lo portarono alle ultime conseguenze della descolarizzazione e demedicalizzazione.
    Per l’interesse che porto per la storia del Pensiero, di lui apprezzo l’accostamento, da altri considerato blasfemo, tra il cristianesimo e l’attuale societa’ tecnologica, figlia di quella prima “corrupti ottima qui est pessima”

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  13. Dimitris

    Le torsioni di illich mi fanno venire il torcicollo. Ho letto qualcosa in questi giorni visto il tuo articolo e mi sembra uno che va a cercare il granello di polvere sul filo della luce. Certo se non si trova una soluzione lui ne puo pensare una originale. Si potrebbe tenere se si naufraga su un isola deserta e bisogna provvedere.

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  14. Sara jane

    La nostra societa inglese è molto ordinata e illich secondo me è molto utile proprio perché fa pensare diversamente. Conosco bene italia per essere stata molto e penso che dentro ogni italiano specie del sud c è ivan illich. Ho passato 3 anni a napoli e sono sicura che se naufaga su isola un napoletano sa come fare.

    Rispondi
  15. Sara jane

    Dove è articolo di politica ? Non trovo più. Cancellato? Perché? Intetessante e volevo dare risposta a mara. Non fate come altri blog dove the chief toglie di sua volonta. Noi vogliamo parteciparre.

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  16. Dimitris

    Alla faccia del libertarismo. Mica potete sopprimere i dibattiti così quando stavamo ancora parlandone a caldo, anche se delle posizioni elettoralistiche e populiste non le condivido non si può eliminare cosi un argomento senza chiederlo. Il blog è prima di tutto di chi ci scrive ed interviene se no diventa renzismo o grillismo che piu o meno…vi sto osservando e mi faro un giudizio su di voi nelle prossime ore.

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  17. Carmela

    Stiamo calmi ragazzi. Volevo invece dire qualcosa su illich. Era stato gesuita e non ha mai abbandonato la chiesa ma si è fatto sollevare dagli obblighi eccetto il breviario e di no dipendere dal vaticano economicamente. Quindi grande liberta di giudizio ma sempre all iterno di un discorso religioso ma non confessionale.

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    1. Fernando giannini

      Todd hartch: Ivan illich the profet of cernavaca. Quello che conosco è questo. Fai benissimo a diffondere i nostri materiali. Ciao fer

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  18. Giovanni leo

    A proposito, mi sono servito a piene mani dei vostri articoli . Li ho fatti girare con una tecnica del copia incolla che mi ha insegnato mia figlia. Ho però sempre messo la fonte e gli autori. Spero non vi dispiaccia. Io vi ringrazio perché ho sollevato un bel polverone nella cosiddetta (velleitaria) sinistra. Buon lavoro e continuate così. Saluti dall’ elba dove mi trovo momentaneamente per lavoro

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  19. giovanni leo

    grazie. l ho ordinato con hamazon. Scusami Fernando ma perchè hai soppresso il tuo articolo sulla sinistra libertaria? mi era piaciuto molto, comprese le risposte che davi ai commenti. Volevo farne uno adesso dopo questa mia esperienza lavorativa fra Livorno e l Elba. A proposito della lega che in Toscana si sta diffondendo a macchia d olio. Ritrovavo fra le cause di ciò proprio alcune cose che tu dicevi sulla crisi della sinistra. Nel caso fosse possibile ti pregherei di inviarme una copia alla mia mail, che voi avete nella registrazione. Prima di fare il commento vorrei rileggerlo. Ciao

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  20. giovanni leo

    ho ricostruito di averlo letto nell ottobre del 2017 perchè proprio il giorno del mio compleanno l ho citato in un incontro circoscrizionale nella mia cittadina. Quando clicco su ottobre 2017 archivio non c ‘è. Non so se vi puo servire.

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  21. admin Autore articolo

    Ciao Giovanni, eppure l’articolo di Fernando e’ presente, se clicchi su ottobre 2017 devi scorrere gli articoli, perche’ in quel mese ne sono stati scritti alcuni, puoi anche cliccare su sezione Politica e poi scorrere in basso, e’ il secondo articolo…..saluti e grazie per la divulgazione

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  22. viplady.info

    egli prova a individuare il limite critico all’interno della millenaria triade uomo, strumento, societa oltre il quale non e piu possibile mantenere un equilibrio globale, l’uomo diventa schiavo della macchina e la societa iper-industriale diviene irrispettosa di scale e limiti naturali. Illich scrive che c’e un uso della scoperta che conduce alla specializzazione dei compiti, alla istituzionalizzazione dei valori, alla centralizzazione del potere : l’uomo diviene l’accessorio della megamacchina, un ingranaggio della burocrazia. Ma c’e un secondo modo di mettere a frutto l’invenzione, che accresce il sapere e il potere di ognuno, consentendo a ognuno di esercitare la propria creativita senza per questo negare lo stesso spazio d’iniziativa e di produttivita agli altri. «Se vogliamo – continua Illich – poter dire qualcosa sul mondo futuro, disegnare i contorni di una societa a venire che non sia iper-industriale, dobbiamo riconoscere l’esistenza di scale e limiti naturali. Esistono delle soglie che non si possono superare. Infatti, superato il limite, lo strumento da servitore diviene despota. Oltrepassata la sog f8 lia, la societa diventa scuola, ospedale, prigione e comincia la grande reclusione.»

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